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Centro Studi di Confindustria - Il grande vantaggio per l’Italia del petrolio a basso costo
» 10.02.2015
Con il greggio a 45 dollari al barile l’Italia risparmia 24 miliardi di euro all’anno, di cui 10 le famiglie. Il vantaggio maggiore (2,8% della spesa) è per quelle più povere, con più alta propensione al consumo.
Il CSC valuta che la riduzione a 45 dollari del prezzo del petrolio, dai 108 medi nei primi otto mesi del 2014, fa risparmiare all’Italia 24 miliardi di euro all’anno, a cui va aggiunta la diminuzione della bolletta per il gas importato. Per l’insieme dei paesi importatori il beneficio è di 2.114 miliardi di dollari annui.
Per le famiglie italiane il bonus petrolifero è di 10 miliardi all’anno ed aumenta molto se si considerano i risparmi su elettricità e gas. Per quelle più povere la minore spesa energetica libera risorse pari al 2,8% dei consumi, contro l’1,2% per le più abbienti. Questa distribuzione progressiva del beneficio energetico favorisce la ripresa dei consumi perché la propensione al risparmio è minore se il reddito familiare è inferiore.
Il più basso prezzo del petrolio, se persistente, si traduce in un sostegno significativo all’economia italiana, perché alimenta consumi e investimenti.
Il dispiegarsi di questa spinta sarà graduale e si intensificherà a partire dal secondo trimestre del 2015. L’ipotesi è che il ribasso della quotazione dell’oro nero non sia momentaneo, ma permanga nel prossimo biennio. Un’ipotesi che andrà verificata nel corso del tempo, giacché le condizioni del mercato petrolifero sono drasticamente mutate e hanno pochi precedenti, ma che trova supporto nelle cause che hanno condotto al crollo del prezzo.
La principale causa, infatti, è l’eccesso di offerta creato dal boom dello shale oilUSA. L’Arabia Saudita, per non perdere quote di mercato, ha abbandonato la politica di sostegno della quotazione. Occorrerà non poco tempo prima che l’eccesso di offerta si riassorba.
Il forte ribasso genera alcuni rischi di natura economica, finanziaria e politica, dovuti alle ricadute negative sui paesi esportatori di petrolio. Ciò porta instabilità e ha ripercussioni sull’export verso quei paesi.
Nel complesso, comunque, il bilancio è molto positivo per l’economia mondiale.
Fonte: Confindustria
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