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da Confindustria - Un’agenda per il credito per la crescita del Paese
» 13.06.2014
Gli investimenti e lo sviluppo delle imprese sono frenati dalla carenza di credito, dalle scarse possibilità di ricorso a canali finanziari alternativi a quello bancario e dalle forti tensioni di liquidità generate dai ritardi di pagamento delle PA.
Nella lunga fase di calo dei finanziamenti bancari osservata da settembre 2011 la struttura finanziaria delle imprese, in particolare delle PMI, caratterizzata, in media, da una bassa patrimonializzazione e da un’eccesiva dipendenza dal credito bancario, ha reso tali imprese deboli. La ridotta dimensione media è la principale causa che ha impedito loro di reperire risorse sui mercati dei capitali.
Per contrastare tale situazione, molte sono state le misure messe a punto negli ultimi anni anche grazie alle sollecitazioni di Confindustria. Dalla moratoria dei debiti al rafforzamento del Fondo di Garanzia per le PMI; dal potenziamento del Plafond PMI di Cassa Depositi e Prestiti all’introduzione del PMI Supporting factor volto ad attenuare l’impatto di Basilea 3 sul credito alle PMI; dal processo di smaltimento dei debiti della PA alla riforma di obbligazioni e cambiali finanziarie; dal rafforzamento dell’ACE agli interventi per potenziare i mercati dei capitali (Fondo Italiano d’Investimento; mercato AIM-MAC; crowdfunding) e favorire l’intervento di assicurazioni e fondi pensione nel finanziamento dell’economia reale.
Misure che hanno dato risultati importanti ovvero dalle quali si attende un contributo significativo nei prossimi mesi.
Per tornare a crescere è necessario proseguire lungo il sentiero intrapreso rafforzando gli strumenti esistenti e definendo nuove misure per spezzare il circolo vizioso credit crunch-recessione.
Tre sono le direttrici di tale intervento.
Innanzitutto è essenziale rivitalizzare il mercato creditizio. In secondo luogo, per alleviare le tensioni finanziarie delle imprese si dovrà completare, con la massima tempestività, il processo di smaltimento dei debiti scaduti della PA e occorrerà assicurare il pieno rispetto dei termini di pagamento previsti dalla direttiva Late Payment. Infine, serve nuova finanza per le imprese: le imprese dovranno reperire le risorse necessarie per lo sviluppo attraverso canali alternativi a quello bancario; maggiori risorse dovranno venire dal capitale proprio.
L’Agenda per il credito e la crescita del Paese, approvata dal Comitato di Presidenza di Confindustria il 4 giugno scorso, contiene un’analisi degli interventi da realizzare nell’arco del periodo 2014-2016 che, anche utilizzando i fondi strutturali, consentirebbe di attivare risorse per oltre 185 miliardi, generando effetti positivi sul PIL e favorendo la ripresa della competitività del Paese.
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